lunedì 23 aprile 2018

Se i miei occhi potessero parlare

Sappiamo che in questi giorni in Italia fa caldo.....
Ma credetemi.......per sentire Gisella che si lamenta del caldo.....occorre ben altro.
Ore 21 locali in Oman, seduti su un tappeto fuori dal nostro hotel ( unico luogo dove mi sia concesso di fumare ) il termometro ormai segna solo più 37 gradi.....
L'aria è talmente calda che non ricordo quanti litri di acqua ed ogni sorta di liquidi ( birra esclusa in quanto proibita ) oggi abbia deglutito.
Non ricordo però neppure quale sia l'ultima volta che ho urinato, forse stamattina appena sveglio.
Ore 21 qui a Nizwa, cittadina luminescente di notte e incandescente durante la giornata.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo le ore di questa giornata passata nel cercare di andare più forte dei raggi del sole.....senza riuscirvi.
Lasciamo il mare solo dopo due tazze di caffè doppio.
Ci dirigiamo a sud, lasciando la costa e dirigendoci verso le montagne.
Sappiamo che la strada sarà più divertente in quanto, speriamo, meno rettilinea.
Alle ore 9 del mattino l'aria che ci arriva negli occhi pare provenire da un asciugacapelli tanto e' calda.
Abbasso lo sguardo e cerco l'indicatore di temperatura posto sul cruscotto.
Segna già 38 gradi....
In lontananza, dopo circa 150 km dalla partenza, scorgiamo delle forme non nitide, apparentemente montagne .........e con esse immaginiamo la frescura che, dalle nostre parti, è tipica dei rilievi montuosi.
Accelero leggermente, tanto è il desiderio di non sentire più appiccicato sulla mia pelle l'interno dei vestiti che indosso.
Nel contempo però quelle forme a volte paiono scomparire e ci vengono in mente le leggende ( o verità che sia ) delle persone smarrite nel deserto le quali, per la sete, vedono oasi che non esistono...
I km passano e arriviamo al paese posto sotto la partenza della strada che ci porterà sui monti.
Una piccola cittadina, Rustaq è il suo nome, con un castello meraviglioso. 
Ci giriamo attorno con la moto e con i pantaloni che ormai sono un tutt'uno con la mia pelle tanto il sudore gli ha resi appiccicosi.
Ne osservo le mura, i bastioni ed immagino in secoli passati, quanta vita e quanta morte abbiano potuto osservare quelle pietre.
Ci soffermiamo giusto alcuni minuti, giusto il tempo per bere una bottiglietta di succo di limone e menta.
È molto dissetante ma il suo effetto miracoloso svanisce ancor prima di inserire la prima marcia e ripartire.
Poco male, stiamo per salire di quota e ci dirigiamo verso il canyon più famoso della penisola arabica, secondo solo a quello degli Stati Uniti.
A quest'ultimo ci sono legato come se fosse mio.....
Lo visitammo durante il viaggio dall'alaska alla Patagonia e mi rubò il cuore e gli occhi.
Su questo nutro aspettative ma nel contempo sopratutto la speranza che sia fonte di refrigerio.
In parte così è infatti.
Arrivati alla fine della strada asfaltata, la temperatura scende di ben cinque gradi....dai 41 di Rustaq ai " soli" 36 del canyon.....
Siamo soli Gisella ed io, le pietre di un mondo arso dal sole, inermi e silenti come statue che la natura ha creato a guardia di se stessa, ci circondano e talvolta spaventano.
Nere come la pece si stagliano verso il cielo blu finalmente senza sabbia in sospensione.
Vorremmo stare lì per ore, ma abbiamo bisogno di bere e dobbiamo percorrere ancora molti km per giungere a Nizwa dove dormire stanotte.
Questa città, fortemente islamica, non più tardi di 50 anni fa, non era visitabile  da nessun straniero in quanto mal accettato.
Ora è la seconda città dell'Oman più visitata.
Beh......a dirla tutta non è che ti saltino in braccio dalla gioia nel vederti, però almeno non ti scotennano più.....e non è poco.
La birra è proibita, eppure Gisella ed io pagheremmo 50€ per berne una in questo istante.
Devi mantenere atteggiamenti consoni alle loro tradizioni, ovvero non baciarti, non fare effusioni, cercare di coprirti non il capo ma neppure andare in giro in bikini insomma....
Nulla di che, in Iran ad esempio è molto più restrittivo.
Anche qui vi è un castello, grandissimo e risalente al XVI secolo.
Da lontano ruba gli occhi, da vicino ruba e basta.....
Personalmente deludente, artefatto e finto nonostante un tempo sia stato vero.
La lattina di bibita gassata, radicalmente ed islamicamente analcolica, sta finendo.
Ed io non posso, davvero non posso, stare altri dieci minuti seduto qui fuori senza bere......ho seteeeeee.
Scusate ma il caldo rende pazzi, ed io che di mio un po' pazzo già lo sono, mi sono lasciato andare.
Ora salvo il testo, passo a Gì il computer così che lei possa inserire le foto selezionate per il post, dopodiché saliremo in camera dove un condizionatore impostato sulla temperatura di Oslo ci attende.
A quel punto invieremo il post a chi di voi avrà tempo, voglia e cortesia per leggerlo.
Per noi la giornata si chiude qui.
Domani sarà ancora strada, sarà ancora sole, sarà tanto caldo e sabbia.....sarà deserto !

Non sarà il caldo di un giorno in Oman a fermarci, non basteranno 40 gradi e tantomeno l'assenza di birra.
A spingerci sempre oltre, sempre al di là di un ostacolo, di una difficoltà c'è oggi ....come sempre, una natura che non smette mai di stupirci. Una natura che ha creato cose inimmaginabili e che continuerebbe a farlo se non fosse che......ci siamo noi uomini ad impedirglielo.

Anche solo una pietra di questa mattina, fosse anche solo quella, merita di stare là dove un giorno.....milioni di anni prima che le mie ruote la spostassero, direttamente dall'inferno incandescente della terra emerse per essere vista oggi da due piccoli, insignificanti e incandescenti....occhi.

Ora li chiudo.
Buonanotte.










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