domenica 22 aprile 2018

Il vento caldo del mar Arabico

Sono circa le 10.30 del mattino quando, finalmente entriamo in possesso della moto a noleggio.
Inizialmente la prima moto che ci volevano assegnare presentava alcuni problemi, un rumore proveniente dal motore ed una preoccupante spia rossa accesa sul cruscotto.
I due tipi, dichiaratamente esperti, ma in realtá davvero poco avvezzi insistono per assegnarci quella moto ma io la provo ed al rientro li convinco a cambiare.
Cosí partiamo con un modello uguale ma senza rumori e spie che allarmano il nostro peregrinare.
Usciamo da Dubai, la temperatura sale mano a mano che la sabbia intorno al manto stradale si fa sempre più costante.
Il termometro della moto segna 41 gradi, la gola è secca e gli occhi bruciano per effetto del vento bollente.
Scendiamo a sud diretti a Jebel Haffet dove si trova una montagna che raggiunge i 1200 metri di altitudine. La strada si contorce sulle rocce e finalmente troviamo le curve.
La moto è più legnosa della nostra nel piegare, o forse sono io che devo ancora conoscerla.
Arriviamo in cima e, con in sole che ci accende il capo come due cerini posti vicino al fuoco, lanciamo gli sguardi lontano in quel nulla fatto di sabbia.
Solo una striscia nera di asfalto, dritta come un fuso, ne solca il giallo creando una riga nera perpendicolare all'orizzonte.
Da li a poco, su quella striscia ci siamo noi, occhi socchiusi per ripararci dal vento e dalla sabbia in sospensione e labbra grezze e croccanti come fossero state impanate e poi cotte in olio bollente.
Circa duecento km di sole, caldo e rettilinei infiniti ci separano dal confine con l'Oman.
Lo raggiungiamo circa alle 16 ora locale, le 14 in Italia.
Le pratiche sono abbastanza veloci e in mezz'oretta siamo fuori grazie anche ai visti precedentemente fatti online da Gisella.
Gli ultimi 150 km della giornata ci danno il benvenuto in Oman.
Li percorriamo dirigendoci verso Mussanah, dove ora ci troviamo.
Il mare è di fronte a noi, un vento caldo ma piacevole squoterebbe e asciugherebbe i miei capelli se solo li avessi.
Il buio della notte è arrivato giá da circa due ore, non resta che chiudere gli occhi e lasciare che quest'aria entri dentro le narici, risalga verso il cervello e spinga la mente lontano, verso quel posto misterioso dal quale il vento nasce.
Lo cercheremo, viaggiando verso sud, noi due, sempre alla ricerca di un luogo che non c'è....o magari....esiste nel nostro mondo fatto di sabbia, vento, stelle e sogni.

Buonanotte mondo






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